Telegiornali e politica. I grandi partiti hanno il controllo dell'informazione

I tg italiani concedono troppo spazio ai grandi nomi della politica rispetto ai piccoli partiti. E il 91% dei politici intervistati sono uomini.

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Egemonia dei grandi partiti nell'informazione italiana. I telegiornali (senza molte distinzioni tra rai, mediaset e la7) concedono troppo spazio ai soliti nomi, prestando pochissima attenzione ai piccoli partiti, quelli che necessiterebbero di visibilità mediatica per sottoporre i propri progetti e i propri valori ai cittadini italiani. E, invece, i giornalisti si concentrano solo sugli scandali e sulle bagatelle degli esponenti della peggior specie di partitocrazia.

Ce lo confermano i dati del rapporto redatto dal Centro d'ascolto dell'informazione Radiotelevisiva, che prende in esame il periodo 1-10 giugno 2012. Questi i risultati:

Popolo delle libertà e Partito democratico focalizzano l'attenzione. I partiti minori (PSI, Rifondazione Comunista, La Destra, Radicali, Verdi, MpA) passano quasi inosservati.

Sulla base di queste circostanze, come fanno i piccoli partiti ad arrivare ai cittadini? Come possono esprimere il proprio progetto politico? Sarà anche questa una causa del vecchiume nella politica italiana? Si parla sempre degli stessi, le novità vengono tenute al margine.

In quest'altro rapporto, l'ente ci fornisce i dati rispetto ai leader politici che hanno avuto maggior visibilità nei telegiornali dello scorso maggio. I nomi non cambiano.



E, ancora più drammatico, il rapporto sulla presenza femminile tra gli esponenti politici apparsi nei tg. Solo il 9% sono donne, per il 91% sono uomini.


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